Quando si è cominciato a discutere della costruzione di un nuovo ospedale della zona nord ovest di Torino me lo sono chiesta subito, così come se lo sono chiesti e se lo chiedono tantə torinesə: perché non utilizzare l’area su cui sorge la ex acciaieria #Thyssenkrupp di corso Regina Margherita?
Un’area di quasi 280.000 metri quadri, chiusa e inutilizzata dal 2008. Un’area in cui si è consumata la peggiore strage sul lavoro della storia recente di Torino, per responsabilità accertate della società proprietaria, e la cui restituzione alla città avrebbe anche un doveroso valore risarcitorio.
Ma quell’area oggi non si può usare: in particolare, perché le bonifiche non sono mai state fatte, a fronte di molteplici proroghe concesse ai proprietari nel corso degli anni, e i costi e i tempi per la loro realizzazione non sono compatibili con le risorse a disposizione e l’urgenza, sanitaria, di realizzare l’ospedale.
È un dato di fatto, su cui oggi non abbiamo margine di manovra ai fini dell’ospedale, che fa rabbia.
Per questo ho depositato una mozione in Consiglio Comunale per far sì che la bonifica e il riutilizzo dell’area di corso Regina Margherita siano affrontate con urgenza durante questo mandato.
Non è semplice, anche perché l’area ha diversi proprietari: c’è Arvedi Acciai Speciali Terni, la ex Thyssen, che è una società che nel 2021 ha fatto utili per 53 milioni di Euro, e può e deve farsi carico con urgenza delle bonifiche; ma c’è anche Cassa Depositi e Prestiti, cosa che comporta il rischio che parte delle bonifiche ricadano sulle finanze pubbliche.
Ma dev’essere una priorità assoluta, intanto dal punto di vista ambientale per rimuovere e mettere in sicurezza le sostanze inquinanti che sono ancora oggi presenti e rappresentano un problema serio per l’ambiente e per le persone e poi per superare la ferita che quell’area inutilizzata rappresenta per la nostra città.
Con Sinistra Ecologista l’impegno sarà massimo affinché le bonifiche siano finalmente effettuate e quella parte di territorio sia rinaturalizzata e restituita all’utilizzo collettivo, attraverso percorsi partecipati di progettazione ed evitando nuove lavorazioni industriali inquinanti e pericolose.
Alice Ravinale
Sono d’accordo con la proposta di Sinistra Ecologista. Salviamo il parco della Pellerina !