A novembre un docente di filosofia del Ferrari di Susa, Simone Zito, raccontò sui suoi canali social di un controllo antidroga delle forze dell’ordine nella scuola durato due ore: una vera e propria irruzione, in cui le forze dell’ordine imposero a tutti i docenti e gli allievi di rientrare in classe e vietarono loro di muoversi, anche per andare in bagno.
A causa di quel post, in cui il docente si chiedeva a cosa potesse portare quella prova di forza e riportava il malessere che quella operazione aveva causato tra i ragazzi e le ragazze, l’insegnante è stato denunciato dalla dirigente scolastica per diffamazione e segnalato, per ben due volte, all’Ufficio Scolastico Regionale.
Simone a novembre si chiedeva se fosse ancora possibile dissentire a scuola e adesso, dopo aver sostenuto spese legali, perso il lavoro e sopportato il dolore di questa ritorsione da parte della dirigente, risponde amaramente che si può, ma ad un prezzo molto, troppo alto.
Noi crediamo che la scuola dovrebbe essere proprio come Simone: libera e capace di educare al pensiero critico, anche e soprattutto quando questo non è facile. Troviamo gravissimo che anche all’interno delle nostre scuole, invece, si assista ad un così disinvolto abuso del potere.
A Simone va tutta la nostra solidarietà.