Non mi sento di dover spiegare perchè il riconoscimento della violazione dei diritti del popolo palestinese non abbia nulla a che fare con l’antisemitismo.
Si tratta di una correlazione spuria, cioè un apparente collegamento fra due fenomeni che non hanno alcun nesso causale.
Un caso frequente che spesso fornisce risultati paradossali, come quello che vedete nel grafico, anche se questa volta non c’è niente da ridere.
Perchè le accuse di fomentare l’ANTISEMITISMO che riceviamo come Sinistra Ecologista Torino per aver organizzato la presentazione del report di Amnesty International “Apartheid di Israele contro la popolazione palestinese” sono inaccettabili.
Inaccettabili per Alice Ravinale che per tanti anni ha organizzato viaggi della memoria per portare le nuove generazioni a visitare quei non luoghi e non dimenticare cos’è stata la Shoah e che oggi si trova accostata sui media ad un terribile episodio di violenza discriminatoria nei confronti di un bambino.
Inaccettabili per me, che porto con orgoglio il cognome della famiglia Diena, ebrea dalle antichissime origini risalenti al XIV secolo, terminata con mio bisnonno, Giuseppe Diena, ucciso a bastonate nel campo di concentramento di Flossenbürg.
Inaccettabili per mia madre, che ha ricostruito, pezzo dopo pezzo, la storia di questa famiglia e l’ha fatta sua, confermando ogni giorno il suo impegno attraverso i banchi di scuola.
Per mia nonna, che a 89 anni non smette di portare la sua e la loro testimonianza al di là di ogni difficoltà, da ultimo all’interno del documentario “Bella Ciao”.
Per mio nonno Giorgio, che fu espulso dall’università in quanto di famiglia ebrea, e suo fratello Paolo, caduto partigiano nella Val Chisone a soli 22 anni, ucciso dai nazifascisti come suo padre Giuseppe, ignaro l’uno della morte dell’altro.
Per mio padre e i miei fratelli, con cui condivido l’impegno di rendere giustizia al cognome che ereditiamo.
Ma queste accuse sono inaccettabili anche per la mia comunità politica, che contro una politica fatta di slogan, si impegna per riconoscere e affrontare la complessità, contro ogni forma di superficialità e strumentalizzazione delle informazioni.
Riconoscere e denunciare le violazioni dei diritti fondamentali della popolazione palestinese e criticare le relative politiche del governo di Israele non ha nulla a che vedere con l’antisemitismo, che io, Alice e tuttə noi non solo condanniamo ma siamo impegnate da sempre a contrastare concretamente.
Sara Diena
