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Jacopo Rosatelli

Sono nato 40 anni fa a Moncalieri, ma ci ho vissuto solo nelle prime ore della mia vita. Sono torinese a tutti gli effetti, cresciuto a Pozzo Strada, dove ho abitato con i miei genitori e mia sorella fino ai 19 anni. A quel punto ho cominciato un lungo percorso di studio e lavoro che mi ha condotto, con intervalli, a Roma, Berlino, Madrid. Dal 2012 vivo nuovamente in pianta stabile a Torino e, da un anno, nuovamente a Pozzo Strada. Potenza delle radici.


Ho una laurea specialistica in filosofia, un dottorato in studi politici e ora insegno storia e filosofia al Liceo Giordano Bruno della nostra città. Complessivamente è da sette anni che sono nel mondo della scuola, i primi quattro da precario. Ho lavorato al Curie di Pinerolo, al Cavour (che è anche il liceo dove ho studiato), al Copernico-Luxemburg e al Pascal di Romentino (in provincia di Novara). Sono felice di averlo fatto anche come docente di sostegno: un’esperienza che mi ha arricchito moltissimo.


Professionalmente ho fatto anche altro, e altro continuo ancora a fare nel tempo che riesco a ricavare dal lavoro a scuola. Sono stato docente all’Università di Madrid, formatore e responsabile dell’archivio di Biennale Democrazia, da anni conduco un gruppo di lettura al Circolo dei lettori. All’agosto del 2011 risale il mio primo articolo su “il manifesto” (una corrispondenza da Madrid) e da allora non ho più smesso: ho scritto e scrivo di politica europea, scuola, cultura, giustizia. Ho scritto o scrivo ancora anche per Aspenia online, L’Indice dei libri del mese e Micromega. Ho pubblicato anche due libri-conversazione: con Gianrico Carofiglio, Con i piedi nel fango (Edizioni Gruppo Abele) e con Paolo Borgna, Una fragile indipendenza (Seb 27).


La passione e l’impegno politico e sociale risalgono agli anni giovanili. Dopo un mese al liceo Cavour ero già un militante dell’Unione degli studenti, organizzazione della quale sono stato responsabile provinciale e poi uno dei responsabili a livello nazionale. Nel 2000 sfilavo al World Pride di Roma, l’anno dopo a Genova per il G8, nel 2002 al Circo Massimo con la Cgil contro l’abolizione dell’articolo 18, poi il social forum di Firenze e i grandi cortei per la pace, e qualche anno dopo, da dottorando, il movimento dell’Onda contro la politica dell’allora ministra Gelmini.


Movimenti, cortei, ma non solo: ho sempre creduto moltissimo al valore dell’associazionismo e del sindacato. Il primo giorno di lavoro a scuola ho chiesto la tessera della Flc Cgil, organizzazione per la quale ho svolto anche volontariato come consulente per i precari. Dopo il mio coming out ho iniziato a frequentare il circolo Maurice glbtq, del quale sono stato vicepresidente. In continuità con questo impegno ho fatto parte del direttivo del Coordinamento Torino Pride e, ora, faccio parte del Direttivo provinciale dell’Arci. Sono anche componente del direttivo dell’Unione culturale Franco Antonicelli e membro dell’Associazione Volere la Luna.


Effettivamente c’è molta politica nella mia vita, anche se è la prima volta che mi candido a qualcosa dai tempi dell’università. Ma c’è anche altro: letture, cinema, viaggi e un’insana passione per il Toro. La politica è molto, ma certamente non è tutto.