Ieri il consiglio della Circoscrizione 6 di Torino aveva, fra i punti all’ordine del giorno, una mozione (presentata dai consiglieri di maggioranza Marino, Brega e Zito) di “Sostegno ai progetti Vita Nascente”, il provvedimento dell’assessore regionale Marrone meglio noto come “legge anti aborto”. Con un intenso (incongruo?) dispositivo di polizia a presidiare la sede di via San Benigno 22, consiglierə e semplici cittadinə hanno iniziato a convenire in loco intorno alle ore 18, mezz’ora prima dell’apertura dei lavori.
Si doveva discutere quel dispositivo tramite il quale la Regione Piemonte darebbe denaro (400.000 euro del proprio bilancio) alle donne che decidessero di non ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza. Una decisione tanto seria e dolorosa che da Fratelli d’Italia viene evidentemente concepita come motivata da sole motivazioni economiche, e pure risibili (la cifra di 4000 euro a testa si traduce infatti in 166 euro al mese per il periodo di gravidanza più il primo anno di vita del nascituro).
Tutto questo arriva dopo che già è riuscito l’indebolimento della rete di sostegno alle donne incinte, col sistematico taglio delle risorse ai consultori, mentre si è dato sempre più spazio alle associazioni “pro vita”, anche all’interno di ambulatori pubblici e ospedali.
Al forte condizionamento psicologico di persone spesso in condizione di particolare fragilità, la Regione aggiunge ora anche un’offerta economica, per piegare – anziché informare e sostenere – la volontà della donna ai propri princìpi.
La sede della Circoscrizione 6 ha visto ieri confluire molti cittadini residenti sul territorio, venuti ad ascoltare il dibattito del consiglio e ad assistere alle operazioni di voto, come previsto dai regolamenti e come da sempre accade quando i temi sono particolarmente sentiti. La capienza della sala consiliare, ridotta a sole 36 unità dopo le restrizioni anti-Covid, è stata presto raggiunta: donne e uomini del nord est torinese hanno ordinatamente preso posto, ascoltato in silenzio il rapido svolgersi dei primi 8 punti dell’odg, finché si è arrivati al 9°, quello sul sostegno alla legge anti aborti.
Qui è accaduto quanto nessuno fra i presenti, là convenuti con passione e preoccupazione, avrebbe immaginato: i consiglieri di maggioranza hanno infatti deciso di abbandonare l’aula. Si sono alzati dai posti che sono chiamati a occupare, dai lavori che sono tenuti a svolgere, causando l’interruzione del consiglio, che in questo modo non si è concluso.
La mancata discussione di un tema così importante, tema peraltro portato dalla stessa maggioranza di Circoscrizione a sostegno di un provvedimento a sua volta partorito dalle omologhe forze politiche della destra che governano la Regione, è già di per sé un fatto grave.
Ma quel che davvero lascia senza parole è la motivazione di tutto questo, pronunciata senza mezzi termini dalla consigliera Braiato: la ragione infatti sarebbe stata proprio la presenza di una educata e partecipe rappresentanza di cittadini, lì per ascoltare i lavori. Tale presenza è stata dalla consigliera definita come una cosa “Vergognosa”.
Prima di lasciare l’aula, la sua collega Zuccaro ha pensato che non bastasse aver insultato le istituzioni: ha ritenuto quindi per giunta di irridere l’elettorato con – sì – un balletto fra i banchi del consiglio, in risposta all’indignazione che si stava levando tra le fila dei presenti, sconcertati dal pusillanime ripiegamento della maggioranza.
Non svolgere il lavoro per il quale le medesime cittadine e i medesimi cittadini hanno deciso di eleggerla, invece, pare non esserlo. Prendersi gioco delle medesime cittadine e dei medesimi cittadini, parimenti.
Noi abbiamo idee molto diverse sul vocabolario, sul lavoro, sulla responsabilità di chi viene eletto.
Noi riteniamo che la partecipazione di cittadine e cittadini alla cosa pubblica si chiami democrazia. E noi la salutiamo con gioia, quando la vediamo manifestarsi. In ogni sua forma pacifica.
Concepiamo il lavoro di elette ed eletti come un servizio, e il consiglio come un’occasione per far conoscere le nostre posizioni e le nostre ragioni, non come uno spazio ini cui nasconderle.
Noi eravamo lì ieri, per mantenere alta la guardia rispetto a chi cerca di picconare sempre più la Legge 194. E saremo lì anche la prossima volta, questo è certo, che alla maggioranza di destra piaccia o meno.
Anzi, saremo ancora di più.
9 giugno 2022
Tavolo di Sinistra Ecologista della Circoscrizione 6