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C’è un unico decoro ed è il rispetto delle persone e dei loro diritti

Lunedì in Consiglio Comunale si è discusso di persone senza dimora, persone la cui fragilità sociale si mescola con la fragilità abitativa. Per portare soluzioni concrete, riteniamo che sia doveroso tenere in considerazione un contesto più ampio e generale, su cui scelte politiche ben precise – statali e regionali – hanno pesato in modo considerevole.

Sono più di 1700 le persone senza dimora a Torino; di queste, il 70% si trova in questa condizione di fragilità perché ha perso un lavoro stabile.

Inoltre, se guardiamo i dati nazionali, nelle prime venti nazionalità di provenienza, undici sono paesi africani. Sappiamo quanto la gestione dell’immigrazione da parte del Governo italiano incida sulla presenza di persone in strada e inciderà ancor di più in seguito all’ultimo decreto che – tra le altre cose – toglie anche la protezione speciale, la quale solo nell’ultimo anno ha dato i documenti a 21mila persone. Ventunomila persone che diventeranno clandestine, perderanno i documenti e non avranno più accesso ai servizi.

C’è poi un tema di accesso alla casa: il Governo ha tagliato i fondi per la morosità incolpevole e per il contributo affitti e ciò peserà ulteriormente sulla presenza di persone in mezzo alle strade delle nostre città. Consideriamo che in Italia due milioni e mezzo di famiglie spendono il 40% dei loro redditi per garantirsi un tetto sopra la testa. Lo ripetiamo ancora una volta: mancano piani di investimento sull’edilizia popolare ed esiste un patrimonio privato sfitto enorme che non viene utilizzato.

Sono queste le priorità che vanno tenute in considerazione e che non dobbiamo perdere di vista, quando nelle aule istituzionali parleremo di risorse destinate alla casa, al sociale e alla sanità.

Alice Ravinale

Jacopo Rosatelli

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